Il codice tributo 6006 è quello che il libero professionista, il lavoratore autonomo o l’imprenditore deve utilizzare per procedere alla liquidazione con il modello F24 dell’IVA a debito relativa al mese di giugno. Seguendo la normativa, sappiamo che la data ultima entro cui effettuare il versamento è il sedicesimo giorno successivo al mese in cui è maturato il debito, quello delle avvenute transazioni che hanno generato l’importo da liquidare. Pertanto, nel nostro caso facciamo riferimento al 16 luglio.
Stiamo parlando chiaramente dei contribuenti mensili, perché quelli trimestrali hanno la possibilità di liquidare l’IVA entro il sedicesimo giorno del secondo mese successivo al termine di ogni trimestre, sempre che nell’anno solare precedente la loro attività abbia registrato un fatturato non superiore a 700.000 euro, se dedita alla cessione di beni, a 400.000 euro, se riguardante la prestazione di servizi. Sugli importi da liquidare bisogna versare un’addizionale dell’1%, a titolo di interesse verso l’Erario, cosa che spinge spesso anche quanti rientrino nelle condizioni sopra citate a non avvalersi di questa facoltà.
Dunque, dobbiamo verificare dai registri contabili se l’IVA a debito relativa al mese di giugno sia stata superiore all’IVA a credito maturata o viceversa. Quando emettiamo una fattura, perché vendiamo un bene o prestiamo un servizio, al cliente, addebitiamo, oltre al prezzo del bene o servizio, anche l’IVA. Per noi, rappresenterà un debito verso l’Erario. Al contrario, quando un fornitore ci eroga un servizio o ci vende un bene, ci emette una fattura comprensiva dell’IVA applicata sul prezzo, che per noi stavolta costituisce un credito verso l’Erario. Dal confronto tra IVA a debito e IVA a credito, otteniamo la nostra posizione netta, che risulterà negativa se il valore delle vendite è stato superiore a quello degli acquisti, positivo nel caso contrario.
Da quanto detto, emerge che non è detto che il nostro saldo sia per forza negativo, anche se paradossalmente dovremmo augurarcelo, in quanto esso sarebbe il risultato di volumi di affari consistenti. Quando maturiamo un credito IVA, infatti, significa che il volume degli acquisti o degli investimenti è stato evidentemente eccedente quello delle vendite, per cui segnala una condizione, almeno temporaneamente non positiva. Se, comunque, il credito emerge, esso va a scalare eventuali debiti IVA futuri o più raramente assegna al titolare di partita IVA il diritto di ottenere il versamento della somma da parte dell’Erario.