Codice Tributo 4064 – Guida

Il codice tributo 4064 è quello che l’investitore o l’intermediario finanziario o società fiduciaria per esso deve utilizzare con il modello F24 per il versamento degli interessi inerenti l’imposta sulle transazioni relative ai derivati su equity.

Parliamo dell’’imposta sulle transazioni finanziarie, introdotta in Italia a decorrere dal marzo 2013. La sua finalità consiste nel contrastare gli investimenti speculativi. L’imposta colpisce i saldi giornalieri relativi a transazioni di azioni e altri strumenti partecipativi con aliquota pari allo 0,2%, se esse avvengono sui mercati non regolamentati, dello 0,10% se avvengono sui mercati regolamentati. Per il solo 2013, le aliquote erano state previste rispettivamente allo 0,22% e allo 0,12%.

La stessa imposta colpisce con aliquota dello 0,02% le transazioni ad alta frequenza, quelle che avvengono tramite l’utilizzo di un algoritmo, a distanza non superiore di 0,5 secondi l’una dall’altra, nel caso in cui gli ordini modificati o cancellati siano almeno pari al 60% del totale degli ordini immessi.

L’imposta pone nel mirino da luglio 2013 anche i contratti derivati, quelli il cui valore deriva dal prezzo di un asset sottostante. Questi titoli vengono tassati con un’imposta fissa su ciascuno, il cui valore varia da pochi centesimi a un massimo di 500 euro, a seconda sia della tipologia che del valore nozionale del contratto. Nel caso in cui tali negoziazioni avvengano sui mercati regolamentati o tramite sistemi multilaterali di negoziazione, l’entità dell’imposta applicata viene ridotta a un quindo. Nel caso dell’equity, l’imposta massima è fissata in 200 euro per contratto, cifra che scende così a 40 euro per i casi in cui la negoziazione non avvenga su un mercato non regolamentato.

Il codice tributo 4064 deve essere utilizzato per il pagamento degli interessi relativi alla sanzione comminata per i casi di omessa o ritardata imposta. La scadenza da rispettare è la stessa prevista per i contribuenti mensili ai fini IVA, ovvero il sedicsimo giorno del mese successivo a quello in cui è stata realizzata la transazione. Se essa non venisse rispettata, scatterebbe una sanzione pari al 30% dell’imposta versata in ritardo o omessa, alla quale vanno sommati gli interessi legati, come fissati ogni anno dal Ministero dell’economia e delle finanze, che decorrono dal giorno successivo alla scadenza a quello in cui è stato realizzato il pagamento. La sanzione è evitabile con il ricorso al ravvedimento operoso, che abbatte l’entità a una frazione. Il modello F24 va compilato allo scopo alla sezione Erario.