Il codice tributo 3944 è quello che il contribuente deve utilizzare con il modello F24 per il versamento della Tari, la tassa sui rifiuti o tariffa corrispettiva, dovuta dall’utilizzatore dell’immobile, a fronte dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
L’istituzione del codice tributo 3944 è recente, risalente alla risoluzione n.45/E/2014 dell’Agenzia delle Entrate, a seguito dell’introduzione nel nostro ordinamento di questa imposta, che prima prendeva il nome di Tarsu e Tares.
Parliamo di una disciplina obiettivamente confusa e che, peraltro, sarà nei prossimi mesi oggetto di un nuovo riordino. La Tari, dicevamo, è la Tassa sui rifiuti, che va sostenuta non necessariamente dal proprietario dell’immobile, ma dal suo utilizzatore, come nel caso dell’inquilino. La sua determinazione varia di Comune in Comune, a seconda dello stato delle finanze locali, anche se il gettito complessivo non può superare il totale del costo di raccolta e smaltimento.
L’aliquota è legata ai metri quadrati dell’immobile. Per quanto vi sia una scarsa corrispondenza tra il grado di usufruzione del servizio e l’ampiezza dell’immobile, si tratta di un indicatore che gli Enti locali utilizzano, perché permette loro di calcolare con immediatezza quanto dovrebbe pagare ciascun contribuente, distribuendo così il carico fiscale sulla platea delle famiglie, sebbene si diano origine a numerosi casi di evidente iniquità. Non è chiaro perché un singolo residente in una casa di 100 metri quadrati dovrebbe pagare la stessa cifra sostenuta da un nucleo familiare di cinque componenti, residente in un immobile di 100 metri quadrati, quando è evidente che il secondo produrrà una quantità maggiori di rifiuti.
Quello che non tutti sanno è che la Tari può essere compensata con un credito ordinario. Dall’1 ottobre del 2014, i versamenti con il modello F24 potranno essere effettuati solamente in modalità telematica per i casi di compensazione, quando il saldo finale risulta negativo; quando risulta positivo, nel quale caso possono usufruirsi non solo i servizi dell’Agenzia delle Entrate, ma anche quelli degli intermediari convenzionati con essa; quando il saldo finale sia superiore ai 1000 euro.
La compensazione è possibile con un credito erariale come l’Irpef o l’IVA, nonostante la Tari sia un tributo locale. Ciò potrebbe essere richiesto dal contribuente, nel caso volesse evitare il pagamento in contanti, come nell’ipotesi in cui abbia registrato un credito con il Modello Unico. A quel punto, dovrà compilarsi il modello F24, riportare il codice tributo 3944 e indicare l’importo a credito da compensare e quello relativo al debito Tari. La differenza sarà pari a un debito o un credito netto. Nel primo caso si dovrà effettuare il pagamento, nel secondo si vanterà ancora un credito.