Il codice tributo 3880 è quello che l’impresa contribuente deve utilizzare con il modello F24 per il versamento dell’addizionale regionale all’IRPEF, con riferimento alla plusvalenza realizzata dalla cessione di una partecipazione qualificata e non successivamente reinvestita. Capiamo meglio di cosa parliamo, facendo riferimento all’art.68, comma 6-bis, del TUIR n.917 del 1986. Esso stabilisce che le plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni al capitale in società, ad esclusione di quelle semplici ed enti equiparati, costituite da non più di sette anni, se possedute da almeno tre anni, non concorrono alla formazione del reddito imponibile, in quanto esenti e nella misura in cui, entro due anni dal loro conseguimento, siano reinvestite in società che svolgano la medesima attività, mediante la sottoscrizione del capitale sociale o l’acquisto di partecipazioni al loro capitale, purché esse siano costituite da non più di tre anni.
Dunque, le norme esentano le società che abbiano realizzato plusvalenze dalla vendita di partecipazioni in altre società, dal computo delle stesse ai fini delle imposte sui redditi, purché sussistano le condizioni di cui sopra. Una, in particolare, non è immediatamente certa, perché l’impresa è esentata dall’applicazione delle imposte sui redditi, a patto che la plusvalenza realizzata sia reinvestita in società che svolgano la medesima attività entro due anni e sempre alle condizioni date.
Non essendo possibile sapere in anticipo, se tale reinvestimento vi sarà o meno, accade, quindi, che un’impresa sia costretta successivamente a versare le imposte sui redditi sulla parte della plusvalenza non reinvestita entro i due anni, per cui dovrà avvalersi del codice tributo 3880, al fine di versare l’addizionale regionale all’IRPEF dovuta.
A questo proposito, dovrà utilizzare il modello F24 alla sezione Regioni e solo con riferimento a importi a debito. Bisogna indicare nell’apposito campo il codice della regione, desumendolo anche dall’apposita Tabella Codici delle Regioni e delle Province Autonome dell’Agenzia delle Entrate. Dopo avere indicato l’anno di riferimento per il versamento dell’addizionale IRPEF e il suo importo dovuto, va lasciato vuoto il campo importi a credito compensati, mentre al Totale E bisogna indicare la somma dei debiti segnalati alla Sezione Regioni, così come al Totale F la somma degli eventuali crediti vantati rispetto alla medesima sezione. Questo campo va lasciato vuoto nel caso non vi siano crediti. Infine, alla voce Saldo si ottiene la posizione netta del contribuente, che risulterà a debito in caso di prevalenza di E su F, o a credito, nel caso opposto.