Il codice tributo 3846 è quello che il contribuente deve utilizzare con il modello F24 per il versamento del saldo relativo all’addizionale comunale all’IRPEF, trattenuta dal sostituto d’imposta. Parliamo di un codice tributo istituito dal Ministero delle Finanze nell’ottobre 2007 e tramite successiva Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n.368/E.
L’IRPEF è un’imposta sui redditi delle persone fisiche e si applica per scaglioni di reddito, prevedendo aliquote progressive. Accanto alla tassazione dello stato centrale, che rappresenta la quasi totalità del gettito, esistono anche addizionali applicate da Comune e Regione in cui il contribuente risiede a gennaio dell’anno in cui è dovuto il versamento. Ogni ente locale, all’interno di un range di aliquote minime e massime, può fissare il suo livello impositivo, oltre che decidere se applicare o meno detrazioni d’imposta. Per esempio, gran parte dei comuni italiani applica l’addizionale IRPEF all’intero reddito da lavoro dipendente, autonomo o da pensione, quando lo stato centrale esenta le prime migliaia di reddito percepite nell’anno. Questo fa in modo che il contribuente si trovi qualche volta a pagare un’addizionale comunale e regionale, nonostante sia esentato dal versamento delle imposte allo stato centrale.
Quanto alle scadenze pattuite, esse seguono la stessa tempistica prevista per l’IRPEF. L’acconto, pari al 30%, deve essere versato entro gli stessi termini fissati per il saldo, ovvero entro il 16 giugno di ogni anno. Contrariamente all’IRPEF nazionale, non è consentita la rateizzazione dell’acconto, altrimenti prevista per gli importi superiori a 257,52 euro, per quelli inferiori, lo stato centrale consente che l’acconto sia versato in un’unica soluzione entro il 30 novembre.
Bisogna fare attenzione a calcolare bene le soglie di esenzione fissate dal Comune, anche se con il codice tributo 3846 il problema non si pone, in quanto il calcolo viene effettuato dal sostituto d’imposta. Il modello F24 deve essere compilato alla sezione IMU e altri tributi locali.
Nell’apposito campo, è necessario indicare il codice del Comune al quale si effettua il versamento. Esso può essere ricavato consultando la Tabella dei Codici Catastali dei Comuni presso il sito dell’Agenzia delle Entrate. Successivamente, bisogna inserire il codice di rateazione, in riferimento al mese per il versamento. Di seguito, da indicare anche l’anno d’imposta.
Al Totale G si deve indicare la somma degli importi a debito indicati alla sezione IMU e altri tributi locali, mentre al Totale H è necessario inserire la somma degli eventuali importi a credito vantati per la medesima sezione. Questo campo va lasciato vuoto in assenza di crediti. Infine, al Saldo si ottiene la posizione netta del contribuente, che risulterà a debito se Totale G supera Totale H, o a credito, nel caso opposto.