I codici tributo sono numeri, che consentono al contribuente, sia esso una persona fisica che giuridica, di versare allo stato imposte o tasse, utilizzando il modello F24. Tra i tributi che possono essere versati in questo modo vi sono l’Irpef, l’Ires, l’Irap e l’IVA, oltre che le relative addizionali regionali e comunali.
L’Ires è l’imposta sui redditi delle società e le norme fiscali prevedono che il contribuente sia tenuto ogni anno a versare allo stato un acconto. Esso può essere rateizzato in due rate. A tale proposito, se il contribuente vuole procedere al versamento della prima rata di giugno, dovrà utilizzare il codice tributo 2001, mentre per il versamento della seconda rata a novembre dovrà utilizzare il codice 2002. Questo dovrà essere utilizzato anche nel caso in cui ci si è avvalsi della facoltà di pagare l’acconto in un’unica soluzione.
Le società di capitali e gli enti non commerciali sono tenuti a pagare a titolo di acconto ogni anno il 101,5% dell’imposta, come risultante dal modello Unico dell’anno precedente, al quadro RN, rigo 17, sempre che l’importo sia superiore ai 20 euro, sotto il quale non è dovuto. Con il codice 2002 devono detrarre dalla seconda rata di novembre l’importo pagato a giugno a titolo di prima rata dell’acconto e l’eventuale credito Ires, che potrà essere chiesto così a rimborso, compensato con il debito.
Dunque, il codice tributo 2002 può essere anche utilizzato per effettuare compensazioni tra debiti e crediti nei confronti del Fisco. S’immagini, ad esempio, che l’impresa X vanti un credito Ires di 10.000 euro non chiesto a rimborso e che al contempo debba versare allo stato il 101,5% dell’imposta risultante al rigo 17, quadro RN del modello Unico dell’anno precedente, che ipotizziamo essere pari a 30.000 euro.
L’acconto dovrà essere pari complessivamente al 101,5% dei suddetti 30.000 euro, ovvero di 30.450 euro. Immaginiamo che l’impresa decida di versare l’acconto in un’unica soluzione. Dovrà avvalersi del codice tributo 2002 e dai 30.450 euro dovrà detrarre i 10.000 euro di credito Ires, per cui verserà allo stato la differenza, pari a 20.450 euro.
Attenzione a rispettare le scadenze. La seconda rata dell’acconto Ires scade, ad esempio, il 30 novembre, sempre che il termine non cada di domenica, nel caso viene prorogato al giorno successivo. Chi non paga entro la scadenza prevista incorre in una sanzione salata, anche se potrà avvalersi del ravvedimento operoso, potendo pagare così una sanzione di gran lunga inferiore a quella ordinaria, purché prima che sia soggetto a una verifica fiscale. Entro i quattordici giorni dalla scadenza non onorata, la sanzione è abbassata allo 0,2% per ogni giorno di ritardo, in relazione all’imposta da versare. Previsto anche l’interesse legale, che per l’anno 2015 è pari allo 0,5%.
L’utilizzo del codice tributo 2002 è quindi semplice.