Il codice tributo 1811 è quello che il contribuente deve utilizzare con il modello F24 per il versamento dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei beni d’impresa e delle partecipazioni. Per capire di cosa parliamo, dobbiamo fare riferimento alla legge di stabilità 2016, che ha riaperto i termini per la rivalutazione dei beni d’impresa. I commi da 889 a 896 dell’articolo 1 disciplinano la rivalutazione dei beni d’impresa, oltre che delle partecipazioni possedute da società di capitali ed enti commerciali, che non adottano i principi contabili internazionali nella redazione del bilancio.
La rivalutazione deve riguardare tutti i beni appartenenti alla stessa categoria omogenea e va eseguita nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2015 per i soggetti, il cui esercizio coincide con l’anno solare.
Il comma 892 fissa l’imposta sostitutiva sui beni principali iscritti in bilancio ai fini della rivalutazione: al 16% per i beni ammortizzabili; al 12% per i beni non ammortizzabili. L’imposta sostitutiva deve essere versata in un’unica soluzione entro il termine previsto per il versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo di imposta di riferimento per la rivalutazione effettuata. Sostanzialmente, il versamento deve essere avvenuto entro il 16 giugno 2016.
Gli importi da versare possono essere compensati con eventuali altri crediti vantati nei confronti dell’Erario. Il saldo attivo della rivalutazione va conteggiato come capitale o come apposita riserva di rivalutazione, considerata in sospensione ai fini fiscali.
Risulta essere ache possibile effettuare l’affrancamento, anche parziale, della riserva di rivalutazione, versando un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’IRAP pari al 10%.
La rivalutazione deve essere annotata nel libro inventari e segnalata anche nella nota integrativa. I possibili vantaggi derivanti da tale rivalutazione possono consistere nell’incremento degli ammortamenti detraibili, a partire dal bilancio 2018, nell’incremento del patrimonio netto, nelle minori plusvalenze per i casi di cessione, in un maggiore plafond per le manutenzioni deducibili, a partire dal bilancio 2016. Tra gli aspetti negativi troviamo un aumento di valore dei beni strumentali, ai fini degli studi di settore; possibile impatto negativo derivante dalla determinazione dei ricavi minimi ammissibili per le società di comodo; distribuzione del saldo di rivalutazione monetaria.
Il codice tributo 1811 è proprio quello che deve essere utilizzato per versare tale imposta sostitutiva sulla rivalutazione effettuata. Alla sezione Erario, al Totale A deve essere segnalato il complesso dei debiti, al Totale B il complesso degli eventuali crediti, sempre verso l’Erario. La posizione netta del contribuente si ottiene con il Saldo, che può restare sempre a debito, oppure tramutarsi in un credito.