Il codice tributo 6033 è quello che il contribuente deve utilizzare con il modello F24 per l’autoliquidazione dell’IVA, relativamente al terzo trimestre. Ci riferiamo a liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprenditori che si avvalgono dell’autoliquidazione trimestrale ai fini IVA, godendone dei requisiti normativi. Questi prevedono che nell’anno solare precedente, le attività dedite alla cessione di beni non possano avere superato i 700.000 euro di fatturato, mentre quelle legate alla prestazione di servizi devono essersi tenute sotto i 400.000 euro. Per le attività miste, la soglia limite è quella relativa all’attività prevalente. Una volta superate tali soglie, si è obbligati ai versamenti IVA mensili, mentre al di sotto di esse si possono effettuare versamenti trimestrali, maggiorati dell’1%, a titolo di interesse verso il Fisco, essendosi questo privato di liquidità per un periodo più lungo. Pertanto, non è detto che tutti i contribuenti che godessero dei requisiti si avvalgano della facoltà loro consentita, essendo questa onerosa.
Il terzo trimestre è il periodo che va da luglio al 30 settembre. Secondo la normativa IVA, il saldo dell’imposta va versato per questo periodo entro il 16 novembre, ovvero il sedicesimo giorno del secondo mese successivo al termine del trimestre. Quanto al saldo da versare, e da maggiorare dell’1%, bisogna considerare la differenza, se positiva, tra l’IVA a debito e l’IVA a credito del trimestre
La prima è data dalla somma di tutti gli importi IVA fatturati nel periodo e addebitati ai clienti. Quando si vendono beni o si erogano servizi ai clienti, sulle somme dovute, al cliente viene imposta anche l’IVA, in base all’aliquota prevista dalle norme sulla categoria merceologica oggetto della transazione. Tale importo rappresenta nell’immediato un costo per chi lo sostiene e un ricavo per chi lo incassa, ma nei fatti costituisce un credito verso l’Erario in favore del primo, l’acquirente, e un debito verso l’Erario a carico del secondo, il cedente.
Al contrario, quando si riceve una fattura, l’importo ricevuto in addebito, esso rappresenta un credito, che va scomputato dal totale dei debiti IVA del periodo. Dal confronto tra crediti e debiti si ottiene il saldo netto, che può anche risultare positivo per il contribuente, nei casi in cui si è fatturato relativamente poco rispetto agli acquisti effettuati. Tale condizione non sarebbe un segnale positivo sullo stato dell’attività, anche se non necessariamente. Potrebbe anche solo essere la conseguenza di un periodo di investimenti, che gonfiando gli acquisti, sostengono i crediti IVA verso i debiti.