Il codice tributo 6495 è quello che il contribuente deve utilizzare con il modello F24 per la regolarizzazione dell’IVA magazzino. Capiamo meglio a cosa ci riferiamo. L’art.7 della legge finanziaria 2000 consente alle imprese, esercenti di attività, di regolarizzare il valore del magazzino, adeguandolo a quello reale.
Tale regolarizzazione non vale ai fini delle sanzioni, per cui non può essere opposta in fase di eventuale accertamento.
Esistono due casi regolarizzabili, eliminazione di rimanenze per quantità o valori superiori a quelli effettivi; aumento del valore delle rimanenze precedentemente omesse.
Per l’adeguamento devono essere pagate l’IVA e l’imposta sostitutiva del 30% nel seguente modo. Mettiamo che un imprenditore decida di ridurre il valore di magazzino per 100.000 euro. Bisogna considerare un coefficiente del 30%, per cui ai fini IVA l’imponibile è di 100.000 + (0,30 x 100.000) = 130.000. Ipotizzando un’IVA del 22%, si ha che l’imposta per la regolarizzazione è pari a 28.600 euro. L’imponibile per l’imposta sostitutiva è, invece, pari a 30.000, a cui si applica un’aliquota del 30%, attestandosi così a 9.000 euro (30.000 x 0,30). Il costo totale della riduzione del valore di magazzino è, quindi, di 28.600 + 9.000 = 37.600 euro.
Nel caso in cui, invece, l’imprenditore decidesse di rivalutare le rimanenze di magazzino, per ipotesi, sempre di 100.000 euro, non entra in gioco il coefficiente di rivalutazione, ma la sola imposta sostitutiva, pari al 30% della maggiorazione, ovvero a 30.000 euro.
Il codice tributo 6495 deve essere utilizzato proprio per il versamento dell’IVA per i casi di regolarizzazione delle scorte di magazzino, ovvero di riduzione del loro valore, adeguandolo a quello effettivo.
Le ragioni che possono spinger un’impresa a dare vita a simili operazioni consistono nella volontà di avvicinare i risultati effettivi a quelli dichiarati al Fisco. Per esempio, spesso si ha la tendenza a sovrastimare il valore del magazzino. Il beneficio immediato di queste operazioni è anche quello di ottenere un riequilibrio dell’indice di rotazione calcolato con gli studi di settore, ottenendo così risultati coerenti per le future dichiarazioni dei redditi.
Come abbiamo visto, quindi, nel caso di riduzione del valore di magazzino, si ha il versamento sia dell’IVA, ammontare della riduzione, maggiorato di una percentuale, a seconda dell’attività dell’impresa, che dell’imposta sostitutiva, in percentuale dell’ammontare della riduzione, mentre nei casi di aumento del valore delle scorte, bisogna versare solo l’imposta sostitutiva.