Per capire cosa sia il codice tributo 4034 bisogna parlare prima del modello F24, utilizzato per pagare imposte, tasse e contributi.
Il versamento avviene utilizzando un apposito codice per ogni tributo. Quello 4034 indica il pagamento della seconda rata dell’acconto Irpef, quella dovuta entro il 30 del mese di novembre ogni anno.
L’importo da prendere in considerazione è quello che risulta dal Modello Unico al rigo RN33 Differenza. L’acconto sarà pari proprio a quell’importo, sempre che esso risulti superiore a 52 euro, altrimenti non va effettuato il versamento. Dall’importo va detratto l’eventuale primo acconto, pari al 40%, oltre ad eventuali importi a credito relativi agli esercizi precedenti.
L’acconto di novembre non può essere rateizzato. Nel caso dei titolari di partita IVA, il versamento avviene collegandosi al sito online dell’Agenzia delle Entrate e accedendo con il codice PIN. In alternativa, si può pagare sempre online, tramite il proprio conto corrente, entrando nel sito della banca. In alternativa è possibile farlo affidandosi a un intermediario abilitato, il quale addebiterà l’importo a debito sul conto del cliente contribuente.
Vediamo cosa succede se si versa l’acconto Irpef in ritardo. Come accade per gli altri tributi, anche in questo caso si utilizza il ravvedimento operoso, un istituto giuridico, che consente al contribuente di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, evitando il pagamento delle sanzioni nella misura ordinaria, purché provveda autonomamente al versamento, prima che sia sottoposto a un accertamento da parte dell’amministrazione finanziaria.
Nel caso in cui il ritardo fosse contenuto in 14 giorni dalla scadenza del 30 novembre, o primo giorno lavorativo successivo, se il 30 cade di domenica, grazie al ravvedimento veloce, si ha la possibilità di pagare una sanzione pari solamente allo 0,2% dell’imposta da versare per ogni giorno di ritardo. Dunque, se i giorni di ritardo fossero complessivamente 14, la sanzione sarebbe pari al 2,8%. Se il ritardo fosse superiore ai 14 giorni, ma fino a 30, la sanzione è elevata al 3% dell’imposta pagata oltre la scadenza. Infine, se il pagamento avvenisse entro i termini utili per la presentazione della dichiarazione dei redditi successiva, la sanzione crescerebbe al 3,75%.
Oltre alla sanzione, è dovuto anche l’interesse legale, che per l’esercizio 2015 è stato fissato pari allo 0,50%, mentre nel biennio precedente era dell’1%. Esso scatta dal giorno successivo alla scadenza non rispettata fino alla data dell’effettivo pagamento.