Il codice tributo 1829 è quello che il contribuente deve utilizzare con il modello F24 per il versamento dell’acconto per imposta sostitutiva sulle plusvalenze iscritte in bilancio e derivanti dalla rivalutazione, ai corsi di fine esercizio, delle disponibilità in metalli preziosi per uso non industriale, sulla base dell’art.14 D.L. n.78/2009.
Stiamo parlando, quindi, dell’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, che un’impresa sarà tenuta a versare sulla detenzione dei metalli preziosi alla fine del periodo di esercizio, purché non finalizzati ad impiego industriale, per il quale caso sarebbero fattori produttivi a tutti gli effetti), compresi quelli depositati presso terzi o risultanti da conti bancari disponibili, escluse quelli conferiti in adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea. Essi sono sottoposti a una tassazione separata, mediante l’applicazione di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e relative addizionali, nonché dell’IRAP, con aliquota al 6%.
Queste disposizioni si applicano a decorrere dal 2009, esercizio durante il quale è stato emanato il suddetto decreto legge. Per quell’anno, l’imposta sostitutiva, relativa alla disponibilità di metalli preziosi al 31 dicembre 2008, fu dovuta entro il termine di scadenza del secondo acconto delle imposte sui redditi 2008, ovvero, a scelta del contribuente, per il 50% alla predetta data e per la restante parte in due rati di pari importo entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi.
L’imposta sostitutiva non è deducibile ai fini della determinazione del reddito. Per l’accertamento, la liquidazione, la riscossione e il contenzioso si applicano le disposizioni in materia di imposte sui redditi. Le suddette disposizioni derogano ogni altra precedente e decorrono a partire dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
Bisogna verificare la disponibilità quantitativa di metalli preziosi come oro, argento e platino al 31 dicembre dell’esercizio e al contempo le relative quotazioni ufficiali per quella data. Il valore così ottenuto rappresenta la base imponibile sulla quale applicare l’aliquota del 6% a titolo di imposta sostitutiva.
Poniamo che un’azienda disponesse di 100 grammi di oro al termine di un dato esercizio e che le quotazioni del metallo prezioso al 31 dicembre dell’esercizio fossero di 1.250 dollari l’oncia. Visto che un’oncia è pari a 28,35 grammi, la quotazione in grammi sarà pari a 1.250/28,35 = 44 dollari. Adesso, bisogna effettuare la conversione in euro, che è la valuta di adozione per la redazione di un bilancio in Italia. Per farlo, bisogna verificare il cambio euro-dollaro al termine dell’ultima seduta dell’anno di riferimento. Ponendo che esso fosse 1,1050, avremmo che i 44 dollari per grammo sarebbero equivalenti a 39,82 euro. A questo punto, dovrai verificare il valore dello stesso oro ad inizio esercizio, al fine di calcolare l’eventuale plusvalenze. Ponendo che esso quotasse 1.200 dollari l’1 gennaio, la plusvalenza teorica realizzata è pari a 50 dollari all’oncia, ovvero a 1,76 dollari al grammo e in assenza di variazioni del tasso di cambio, ciò esiterebbe una plusvalenza totale di 176 dollari o 160 euro. Applicandovi un’aliquota del 6%, l’imposta sostitutiva da versare è pari a 10 euro. Il codice tributo 1829 è quello da utilizzare per il versamento dell’acconto del 50%, nel nostro caso pari a 5 euro, il 50% del totale.